[:it]Il 2016 si è aperto con il lancio del nuovo marchio unificato TIM, che ha di fatto mandato in pensione il brand di Telecom Italia attivo dal 1994. Da gennaio infatti tutti i servizi e le offerte del gruppo Telecom Italia S.p.a. saranno gestite sotto un unico tetto, che unitamente prenderà in carico l’ambizioso progetto di digitalizzazione ultra moderna dell’intero Paese. Una prospettiva che ha posto il Gruppo, guidato da Giuseppe Recchi, sotto i riflettori di tutto il mondo, anche in considerazione dei numeri da esso rappresentati nel solo 2015: 7º gruppo economico italiano per fatturato, tra i primi 500 mondiali; il primo operatore mobile e fisso italiano per numero di clienti con oltre 30,1 milioni SIM attive.
Ed è stato proprio il Presidente Giuseppe Recchi, ai microfoni dell’emittente televisiva CNBC, a sottolineare l’importanza della sfida: “Ci stiamo concentrando sul nostro business plan che coprirà i prossimi tre anni e che presenteremo al mercato entro poche settimane” ha esordito l’ex presidente Eni, che ha ricordato come il Gruppo sia coinvolto nel bel mezzo di una gigantesca trasformazione, giocando una partita impegnativa per la quale c’è molto lavoro ancora da fare. “Il settore infrastrutturale digitale ha bisogno della costruzione di nuovi network che abilitino i nostri utenti all’utilizzo fluido dei nostri servizi, come una grande piattaforma. Del resto, stiamo andando velocemente verso la generazione dell’ultra banda larga 4.0: questo ci rende un interesse rilevante per il Paese Italia, in virtù del fatto che contribuiremo alla crescita del Pil” ha poi sottolineato Recchi, concludendo che “faremo il nostro meglio, creando valore per ognuno”.
Ed è stato proprio il Presidente Giuseppe Recchi, ai microfoni dell’emittente televisiva CNBC, a sottolineare l’importanza della sfida: “Ci stiamo concentrando sul nostro business plan che coprirà i prossimi tre anni e che presenteremo al mercato entro poche settimane” ha esordito l’ex presidente Eni, che ha ricordato come il Gruppo sia coinvolto nel bel mezzo di una gigantesca trasformazione, giocando una partita impegnativa per la quale c’è molto lavoro ancora da fare. “Il settore infrastrutturale digitale ha bisogno della costruzione di nuovi network che abilitino i nostri utenti all’utilizzo fluido dei nostri servizi, come una grande piattaforma. Del resto, stiamo andando velocemente verso la generazione dell’ultra banda larga 4.0: questo ci rende un interesse rilevante per il Paese Italia, in virtù del fatto che contribuiremo alla crescita del Pil” ha poi sottolineato Recchi, concludendo che “faremo il nostro meglio, creando valore per ognuno”.