[:it]Una tecnologia che sia “bioispirata”, cioè plasmata dagli stessi meccanismi di funzionamento presenti in natura, ma in totale assenza di residui inquinanti, non invasiva e che non ricorra a ingenti quantitativi di risorse energetiche e idriche. Così Roberto Cingolani, ricercatore e docente di fisica, Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, nell’ultimo post pubblicato sul portale Le Macchine Volanti prospetta il futuro dell’uomo e della tecnologia, in un presente connotato sempre più pericolosamente dagli effetti collaterali creati dal progresso industriale. L’articolo è l’ultimo di una nutrita serie di spunti di riflessione pensati per animare intellettualmente il portale lanciato da Telecom Italia, il gruppo di telecomunicazioni guidato da Giuseppe Recchi. Le premesse avanzate da Cingolani sono innegabili e fanno riflettere: una minoranza (20%), la razza umana, sfrutta l’80% delle risorse energetiche e idriche presenti sul pianeta. Come si legge nel post, “la speranza di un futuro per l’umanità passa necessariamente da un riequilibrio del rapporto fra l’uomo e il suo ecosistema”. Secondo il fisico “non può esistere sviluppo o progresso senza un ripensamento complessivo del modo di produrre e consumare”. E in questo, ancora una volta e ciclicamente, la tecnologia appare la soluzione decisiva per tracciare una nuova via di sviluppo, che in questo momento storico prende il nome di nanotecnologie. Abbinate a comportamenti razionali volti al risparmio, alla sostenibilità nei trasporti, al riciclo di materiali e a una riduzione nella produzione di rifiuti, le nanotecnologie potrebbero rimettere al centro di molti processi tecnologici la natura stessa, perfezionandone alcune funzionalità. Il primo vantaggio è quello di avere tecnologie che nascono da processi produttivi a basso consumo energetico e utilizzando materiali che per lo più condividono gli stessi elementi della natura e quindi maggiormente eco-compatibili, se non addirittura bio-degradabili. Inoltre queste tecnologie consentono di efficientare lo sfruttamento delle risorse del pianeta, riducendo le differenze fra le popolazioni del mondo e rendendo meno invasiva la presenza dell’umanità sul pianeta. Dalla depurazione dell’acqua, alla conservazione del cibo. Dalla produzione di energia, al suo stoccaggio, passando dal monitoraggio dei cambiamenti climatici, dal controllo sull’impatto ambientale sull’agricoltura e sulla produzione industriale, sarà crescente la richiesta di metodi bio sostenibili basati su materiali naturali, riassorbibili ed ecologici. È pertanto ovvio che difficilmente una tecnologia che debba operare con gli umani, intorno agli umani o dentro ad essi possa essere troppo diversa dalle soluzioni già sperimentate, sviluppate e selezionate dall’evoluzione. A meno che non si parli di aerei, navi e grandi sistemi che non hanno equivalente naturale, tutte le future tecnologie sono in qualche modo destinate a copiare la natura e cioè ad essere bioispirate.[:]
2016-01-18