E il tema dell’auto in rete sarà anche centrale nell’International Motor Show che apre i battenti giovedì 17 a Francoforte e ospiterà 1.103 espositori provenienti da 39 Paesi, mai così tanti dopo la crisi finanziaria del 2009. Le grandi aziende tech come Apple e Google non saranno presenti direttamente al Salone, ma sono in realtà fondamentali per il futuro della mobilità. “Le risorse finanziarie di Google e Apple sono enormi”, ha detto ad Handelsblatt il direttore finanziario di BMW , Friedrich Eichiner. BMW , insieme a Volkswagen, è alla ricerca di un modo per rispondere a questi nuovi concorrenti.
“I fabbricanti d’automobili non possono gestire la messa in rete delle auto da soli; hanno bisogno di partnership”, ha sottolineato Axel Schmidt, amministratore delegato del comparto automotive della società di consulenza Accenture. Di recente, Daimler ha unito le forze con i rivali Audi e BMW per acquisire la società Nokia Here, fornitore di mappe digitali, proprio per rimanere competitivi.
Ma chi controllerà queste partnership? Zetsche è disposto a collaborare con Silicon Valley ma insiste sul fatto che Daimler debba svolgere un ruolo chiave nello sviluppo e possedere la tecnologia in-car: “Non vogliamo che le nostre auto siano gestite da sistemi operativi esterni” ha detto Zetsche ad Handelsblatt, ed è determinato a fare in modo Daimler non sia relegata, come è successo a molti operatori di telefonia cellulare, al ruolo di produttore di hardware. Inoltre, non vuole lasciare che la tecnologia entri troppo in profondità nel funzionamento interno del veicolo. La Mercedes per ora mantiene all’interno tutte le informazioni sull’interfaccia tra guidatore e vettura. I sistemi hanno meno probabilità di essere violati, come Apple ha dimostrato, se un sistema è chiuso, e la privacy è importante per la maggior parte delle persone che guidano una Mercedes Benz.
Daimler e gli altri colossi automobilistici dovranno collaborare e competere con i giganti della tecnologia ma anche con una nuova generazione di imprese come Crocodile, Parkpocket o Blabla Car. Questi sono parte del nuovo mondo della mobilità: una nuova area dove le aziende progettano applicazioni e algoritmi che girano su smartphone e controllano sempre più porzioni del traffico auto.
Google è ben consapevole di questo segmento in crescita. Non ha voluto portare prototipi della Google car che si guida da sola al Salone di Francoforte, ma ha inviato rappresentanti a prendere parte a un panel di discussioni su cosa riserva il futuro. Ed è chiaro a tutte le case automobilistiche che tra non molto dovranno affrontare un attacco da Silicon Valley: per mesi, Apple, Google e Uber hanno reclutato esperti del settore automobilistico. Apple ha recentemente assunto lo sviluppatore capo di Mercedes-Benz negli Stati Uniti, mentre Google e Apple hanno costruito prototipi per testare la loro tecnologia. Ci sono rumors che queste macchine di prova saranno presto vendute sul mercato. Con i loro miliardi cash e il loro desiderio di scuotere il settore con nuove idee, hanno gli strumenti per entrare alla grande nel mercato.
Ecco perché Zetsche ha portato la sua squadra a Silicon Valley. Nel corso di tre giorni, i manager hanno visitato non solo Google, Uber e Apple, ma anche Netflix e start-up di piccole dimensioni. Sono tornati profondamente impressionati dalla determinazione delle start-up. Del resto, il successo di Tesla dimostra che le aziende della Silicon Valley non devono essere sottovalutate. Per uno dei profeti di Silicon Valley, una cosa è chiara: the next big thing sarà il collegare le auto con Internet. Le automobili saranno parte di un sistema che trasforma sempre più i conducenti in passeggeri che generano dati che possono poi essere utilizzati per indirizzarli nel negozio o nel ristorante giusto.
Un modo per fare soldi potrebbe essere attraverso un programma “pay as you drive”. Un flusso costante di dati renderà più facile ottenere un quadro esatto del comportamento di guida di ciascuno, il che renderà facile generare i prezzi corretti per la manutenzione, il leasing e l’assicurazione. Qualsiasi azienda che conosce gli spostamenti quotidiani di un certo guidatore potrebbe fornire offerte speciali provenienti da stazioni di servizio o negozi in prossimità del percorso. “Tutti stanno combattendo sulle piattaforme e sui dati all’interno dell’automobile: produttori, assicuratori, fornitori di servizi di telecomunicazioni, società di carte di credito e, naturalmente, le grandi aziende di tecnologia come Apple e Google”, ha sottolineato Schmidt (Accenture) ad Handelsblatt, “Il costruire auto non fa guadagnare automaticamente un posto al tavolo”.
Le case automobilistiche sono ora a un punto di svolta. Zetsche ha già dichiarato che vuole che Daimler sia più veloce ad abituarsi a dare in outsorcing parti della sua produzione. Anche il capo di Volkswagen, Martin Winterkorn, come i suoi colleghi di altre case automobilistiche, riconosce che l’industria sia alla vigilia di uno sconvolgimento storico: “La digitalizzazione e la mobilità elettronica hanno messo in discussione il nostro modello attuale modello di business”, ha detto recentemente ai suoi dirigenti.
Volkswagen sta lavorando anche su una propria strategia per rispondere ai progressi delle società tech. Ma mentre Winterkorn ha sottolineato i pericoli per le case automobilistiche, Zetsche vede delle opportunità. Entrambi riconoscono che le aziende di Silicon Valley sono più competenti sulle attività di digitalizzazione rispetto alle case automobilistiche e sanno di aver bisogno che salgano a bordo.
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