Eni, guidata da Claudio Descalzi, investe 2,2 mld sul territorio e per l’impianto green più grande d’Italia. Firmata l’intesa a Roma tra il colosso del Cane a sei zampe, i sindacati e la Regione
A sessant’anni dal sogno texano di Enrico Mattei, l’Eni, diretta da Claudio Descalzi, dice addio al petrolio puntando dal 2017 sulla più grande bioraffineria italiana con 750mila tonnellate annue di produzione. Dalle 19 di ieri la raffineria di Gela non esiste più per fare spazio alla svolta “green” del Cane a sei zampe che investe a Gela 2,2 miliardi di euro nel territorio. Per la ministra Guidi un “investimento strategico per la Sicilia, per il sistema energetico nazionale e la difesa dei livelli occupazionali”; “Gela può ripartire – ha detto l’AD di Eni, Claudio Descalzi – con un nuovo piano di sviluppo economicamente sostenibile”. Il piano su Gela punta sull’upstream, Eni di fatto ieri ha avuto via libera a nuove attività di esplorazione e produzione di idrocarburi in Sicilia, sia su terra sia in mare, ma anche per valorizzare i campi che sono già in esecuzione. È inoltre prevista la nascita di un nuovo Centro di alto livello per la sicurezza nel settore dei biocarburanti che porterà a Gela personale Eni da tutto il mondo. Occupazione salvaguardata nel diretto (pur se 300 persone lavoreranno in trasferta nei siti Eni in Italia e all’estero) anche con l’aggiunta di due nuovi impianti: uno di compressione del gas, l’altro di lavorazione della gomma naturale che assorbiranno da 150 a 200 unità. Garanzie pure per l’indotto. Ieri Gela è stata dichiarata area di crisi complessa: il governo concederà gli ammortizzatori sociali in deroga per la fase di transizione dal petrolio alla bioraffineria e ci saranno anche agevolazioni fiscali per le aziende. Le aziende locali saranno agevolate negli appalti del sito (vedasi la costruzione della nuova piattaforma petrolifera Prezioso K) e i lavoratori garantiti con l’applicazione di un protocollo siglato in Prefettura nel 2012. Con procedure autorizzative veloci su tutti i progetti (c’è l’impegno di Stato e Regione) si avvieranno anche le bonifiche. L’Eni resterà autonoma in fatto di utilities e si favoriranno gli investimenti di nuove aziende nelle aree industriali dismesse. Già tre le proposte in esame, tra le novità la creazione di master universitari sulle lavorazioni ecologiche da tenersi a Gela. La parte politica dell’accordo vede la Regione pronta a “sistemare” le sue pendenze con Eni in fatto di antiche vertenze sui costi dell’acqua dissalata. Un paragrafo dell’accordo riguarda le “compensazioni al territorio” pari a 32 milioni di euro che andranno alla riqualificazione della portualità del territorio, all’allestimento dello spazio espositivo della nave greca, alla riqualificazione urbana di alcune piazza e strade della città e ad un impianto fotovoltaico di 10 megawatt ed infine la realizzazione di strutture per giovani e un impinguamento del “progetto salute”. Soddisfatto il premier Renzi e tutti i partecipanti, tra cui Claudio Descalzi, ieri all’incontro al ministero dello Sviluppo economico che si rivedranno ogni tre mesi per fare il punto della situazione.
FONTE: La Sicilia
AUTORE: Maria Concetta Goldini[:]