“Senza infrastrutture non c’è sicurezza e non ci sarà nemmeno la transizione”: l’AD di Snam Stefano Venier lo ribadisce nell’intervista pubblicata lo scorso 5 aprile su “Moneta”, nuovo dorso economico-finanziario delle testate “Libero”, “Il Giornale” e “Il Tempo”. “In un contesto caratterizzato da incertezze geopolitiche e da un’economia globalmente interconnessa, i Paesi hanno necessità di fare leva su infrastrutture solide e innovative, senza le quali non può esserci né sicurezza né transizione”, spiega l’AD: il sistema italiano, così come quello europeo, è infatti ancora coperto per il 70% da combustibili tradizionali, in cui il gas ha una quota rilevante, e solamente per il 30% da elettroni. “Inoltre, tanto in Italia quanto in Europa, l’energia consumata è in larga parte importata, in una percentuale che per il gas, nel nostro Paese, tocca il 95%”: questo dunque il quadro attuale ma lo sguardo di Snam è proiettato ben oltre, come evidenzia Stefano Venier. “L’Italia, grazie alla nostra rete di metanodotti più estesa d’Europa, e grazie agli investimenti in nuovi progetti, come quelli per l’idrogeno, il biometano e la CO2, ha l’opportunità unica di rafforzare il proprio ruolo geostrategico, soprattutto nel Mediterraneo”.
Snam, senza perdere di vista gli obiettivi climatici di decarbonizzazione, ha scelto la strada del pragmatismo: “Con circa 12,5 miliardi di euro di investimenti a piano nei prossimi cinque anni, Snam è impegnata non solo a garantire la sicurezza energetica immediata, ma anche a costruire il sistema energetico del futuro, più integrato, più resiliente e pronto ad accogliere energie decarbonizzate”. Numerose le iniziative che guardano in questa direzione, dal grande progetto del SoutH2 Corridor che, forte di 3.300 km di pipeline per oltre il 60% riadattate, si candida a coprire il 40% del target UE d’importazione d’idrogeno verde alla JV con Eni nel progetto a Ravenna per la cattura e stoccaggio della CO2: “Permetterà alle industrie ad alta intensità energetica di ridurre le proprie emissioni senza rinunciare alla potenza del gas”. Per Stefano Venier si tratta di “un passo fondamentale verso una transizione energetica che non si basa su ideologie, ma su un pragmatismo visionario che sa fare i conti con la realizzazione pratica delle soluzioni nella realtà”. E sempre guardando alla transizione: “Il percorso per raggiungerla deve adattarsi alle diverse esigenze e caratteristiche produttive, geografiche e ambientali di ciascun Paese”, spiega infine l’AD di Snam.
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