Tra arte e tecnologia, arriva il master in Digital Humanities

[:it]Come nascono la Tempesta di Giorgione e l’Altare portatile di Paolo Veneziano? Si tratta di opere famose che a secoli di distanza sembrano oramai aver raccontato tutta la loro storia, ma non è detto. Grazie ai moderni strumenti tecnologici oggi è possibile guardare, studiare e analizzare un quadro, una scultura o un qualsiasi altro manufatto, in maniera diversa, più dettagliata, alla ricerca di quell’aspetto che finora non era stato considerato, magari perché passato sott’occhio.  

Per farlo non servono mezzi rivoluzionari o costosissimi; basta uno smartphone, uno di quelli che la maggior parte di noi porta con sé ogni giorno. La dimostrazione è il primo master italiano in Digital Humanities, organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari e da Samsung Italia, durante il quale è proprio l’hi-tech più comune a ridisegnare il panorama della formazione professionale, in questo caso finalizzata all’arte e alla cultura visiva.

Fulcro centrale del percorso accademico è il dato, inteso come informazione da poter catturare con un dispositivo mobile e da manipolare in digitale, a 360 gradi, anche con la realtà virtuale dei Gear VR. Questi e altri dispositivi sono messi a disposizione da Samsung per far compiere agli studenti quel salto verso il digitale di cui il contesto accademico nostrano, non solo legato all’arte, ha bisogno. Cellulari, tablet, occhialini, monitor e tavoli multi-touch diventano supporti necessari, non più accessori, alla formazione in aula, soprattutto quando si tratta di attuare concretamente le conoscenze teoriche. Tante le materie del master in partenza a novembre, completamente in inglese e di cui si possono avere ulteriori informazioni qui, tra cui Quantitative methods in Social and Human Sciences, Historical Data Analysis, Data Mining, 3D Modelling, Digital Philology, Digital History, Digital Approaches to Art History. Ma alla fine i 15 ragazzi scelti per la prima edizione, che non dovranno sostenere alcun costo di retta grazie ad altrettante borse di studio messe a disposizione da Samsung, potranno trovare un reale sbocco lavorativo?

Sembrerebbe di si, anche perché oltre alle 240 ore di lezione è previsto un periodo di stage o un tirocinio presso un ente pubblico o privato convenzionato. “Non avrebbe senso se non ci fosse un legame con il lavoro – ci ha detto Samsung in occasione della presentazione – la nostra partnership non è finalizzata solo a fornire strumenti hardware per lo studio ma anche a fare da collante tra il periodo di studio e ciò che potrebbe succedere dopo”. Il master in Digital Humanities si inserisce all’interno delle attività di formazione promosse dal gigante coreano in Italia dopo le iniziative Smart Coding e App Accademy, volte ad avvicinare famiglie e giovani al mondo dello sviluppo e creazione di app.

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