Il Ministero dell’Industria e del Made in Italy, guidato da Adolfo Urso, ha annunciato un investimento massiccio da parte dell’azienda Silicon Box nel territorio italiano settentrionale. Si parla di una somma cospicua, ben 3,2 miliardi di euro, destinata alla creazione di un nuovo impianto produttivo, il quale si prevede possa offrire lavoro a circa 1600 persone.
Silicon Box, una startup con sede a Singapore, si distingue per la sua specializzazione in circuiti integrati di ultima generazione, noti come “chiplet”, progettati per essere assemblati insieme ad altri chiplet al fine di creare processori di grandi dimensioni in grado di operare con velocità elevate. L’intenzione di costruire questo nuovo impianto nel nord Italia rappresenta una mossa significativa per l’azienda, essendo il suo primo stabilimento all’estero, al di fuori del territorio di Singapore.
I semiconduttori costituiscono il cuore dei microchip e sono pertanto componenti vitali in una vasta gamma di prodotti, non limitati esclusivamente all’elettronica. Tuttavia, da oltre due anni, a causa degli impatti economici derivanti dalla pandemia di coronavirus e dalla crisi nei commerci globali, si è verificata una grave carenza di tali materiali in tutto il mondo. I paesi europei hanno risentito in particolare di questa situazione, essendo fortemente dipendenti dalle forniture estere di chip. È per questo motivo che lo scorso aprile le istituzioni europee hanno concordato di investire 43 miliardi di euro nella produzione di microchip all’interno dell’Unione Europea.
La decisione di Silicon Box di stabilire un impianto in Italia si inserisce perfettamente in questa strategia più ampia, offrendo un contributo significativo alla riduzione della dipendenza dell’Europa dalle forniture estere di semiconduttori.